Piccoli e dal gusto particolare, ottimi da sgranocchiare da soli e protagonisti di raffinate preparazioni dolci e salate. I pistacchi, come tutta la frutta secca, racchiudono una serie di proprietà che li rende estremamente salutari. Mangiarli, quindi, non è soltanto un piacere per il palato, ma un gesto che fa bene al nostro organismo sotto molteplici aspetti.
Una delizia per la gola...
Una delizia per la gola...
Importati dagli Arabi, nel nostro Paese i pistacchi sono coltivati esclusivamente in Sicilia, dove si concentra un sesto dell’intera produzione mondiale. Oltre che a Bronte – patria del celebre “oro verde”, riconosciuto con il marchio DOP e inserito tra i Presidi di Slow Food – le colture sono localizzate nei comuni di Adrano e Biancavilla, nel catanese, e nelle province di Agrigento e Caltanissetta.
Vista la sua provenienza, il prezioso seme è, quindi, tra gli ingredienti privilegiati della pasticceria siciliana ed è alla base di gelati, della pasta utilizzata per guarnire la cassata, delle torte con pan di spagna e cioccolato, del torrone, di dolci simili per procedimento a quelli fatti con le mandorle e dell’antichissima “filletta”, originaria di Bronte e preparata semplicemente con farina, uova, zucchero e pistacchi.
È utilizzato poi all’interno di squisite ricette salate, come il pesto – una sfiziosa variante di quello tradizionale al basilico –, negli aperitivi oppure per insaporire la mortadella e altri salumi. Assolutamente da provare il Tiramisù al Prosciutto Crudo Snello e Pistacchi di Bronte, per apprezzare il perfetto abbinamento tra il prezioso frutto e il prosciutto.
...e un pieno di benessere
...e un pieno di benessere
La pianta del pistacchio vive fino a 300 anni e cresce forte e rigogliosa – può raggiungere i dodici metri di altezza –, nonostante il clima caldo e secco dei Paesi mediorientali, nei quali ha avuto origine migliaia di anni fa. La “Pistacia vera” ha in sé una capacità di “invecchiare” lentamente che sembra arrivare anche a noi attraverso i semi: tra le principali virtù del pistacchio troviamo proprio quella antiossidante, racchiusa all’interno di sostanze come il tocoferolo (o vitamina E), il beta-carotene, la luteina e i polifenoli, che contrastano l’azione dei radicali liberi.
Il seme che sorride, come è soprannominato in Iran, apporta poi all’organismo minerali come potassio (1025 microgrammi per 100 grammi di prodotto) e fosforo (490 milligrammi), fibre (10,2 grammi) e un’importante quantità di proteine (27,51 grammi).
Il nuovo alleato contro il diabete
Il nuovo alleato contro il diabete
È noto da tempo come i pistacchi, grazie alla presenza dei grassi monoinsaturi e polinsaturi, contribuiscano ad abbassare il livello di colesterolo cattivo nel sangue, riducendo – come quasi tutta la frutta secca mangiata in purezza – il rischio di infarto e ictus.
Studi tuttora in corso, inoltre, stanno dimostrando anche il loro effetto positivo sul diabete di tipo 2, quello alimentare. A Granada, nel corso dell’International Congress of Nutrition, la ricercatrice italiana Monica Bullò ha presentato i primi risultati del progetto Epirdem, con incoraggianti dati preliminari riguardo alla capacità dei pistacchi di influenzare positivamente il metabolismo del glucosio, l’insulino-resistenza e, di conseguenza, l’insorgere del diabete.